Sei un super producer in grado di mettere in piedi arrangiamenti musicali fenomenali, ma a volte rimani bloccato per ore senza riuscire a tirare fuori niente di decente?
Sei un aspirante producer in cerca di qualche dritta per cominciare a mettere su il primo arrangiamento in modo serio?
Se la tua risposta a una delle due domande precedenti è positiva, allora il contenuto di questo post fa per te.
Infatti, a breve ti illustrerò una procedura da cui potrai prendere spunto per arrangiare i tuoi brani musicali.
Questa procedura ti permetterà di lavorare in modo schematico e avere una percezione dello stato di avanzamento dell’opera.
Inoltre, ti mostrerò:
♦ un esempio concreto di come ho applicato la guida per arrangiare un nuovo brano musicale, che puoi ascoltare in anteprima cliccando sul link sottostante;
♦ un elenco di 21 consigli per creare un buon arrangiamento, da parte di alcuni importanti influencer del settore .
Forte vero? Ma prima di continuare a leggere, ti chiedo la gentilezza di lasciarmi un +1, vedrai che non te ne pentirai 🙂
Requisiti
Prima di partire con l’arrangiamento del brano, è importante che siano soddisfatti alcuni requisiti, cioè occorre che tu abbia già:
♦ installato sul tuo computer, funzionante e collaudata, la tua DAW preferita (se serve una mano a scegliere quella giusta leggi questo post);
♦ composto una melodia accompagnata da accordi (se hai bisogno di qualche consiglio su come approfittare dei momenti di ispirazione artistica per creare le tua musica, leggi questo post), che rappresenta il punto di partenza per il nuovo arrangiamento;
♦ le idee (almeno vagamente) chiare circa il tuo genere musicale e il tuo ascoltatore ideale;
♦ scelto uno o più brani da utilizzare come riferimento durante la produzione.
Inoltre, è importante che tu sia in grado di arrangiare un arpeggio (se ne dovessi aver bisogno, sappi che molte DAW mettono a disposizione funzionalità per creare arpeggi in modo automatico, ma magari ne riparleremo in un altro post) o una qualsiasi forma di accompagnamento musicale con chitarra, pianoforte o altri strumenti, sia reali che virtuali.
Se tutti i requisiti precedenti sono soddisfatti, allora possiamo precedere.
Nell’esempio che ti mostrerò, ho scelto come brano da cui trarre ispirazione “Still Feel Like Your Man” di John Mayer (anche se il risultato finale è ben diverso). Il seguente video mostra la melodia da cui sono partito per fare l’arrangiamento.
Fase 1: arrangiamento essenziale
La prima cosa che dovrai fare è fissarti l’obiettivo di creare, nel minor tempo possibile, una base musicale strutturata e completa delle cose essenziali.
Rimanere un po’ stretti sui tempi ti può essere di aiuto per una serie di ragioni. Per esempio, ti aiuta a non procrastinare, concentrarti sul da fare e farlo in fretta. Inoltre, se lavorerai pensando che il tempo possa finire da un momento all’altro, allora tenderai a non perderti su dettagli inutili e decisioni secondarie.
Ma non ti allarmare: non ti sto dicendo che, pur di fare in fretta, vada bene anche fare male. Cerca comunque di fare un buon lavoro, semplicemente pensando di non avere l’eternità davanti e rimanendo sempre concentrato.
Tanto, per rifinire e migliorare quanto fatto, avrai tempo in un secondo momento.
Adesso occorre concentrarsi su quattro cose essenziali: la struttura del brano, il ritmo e gli strumenti principali.
L’elenco successivo rappresenta una guida per costruire, passo dopo passo, le parti essenziali del tuo brano.
Non devi necessariamente seguire tutto alla lettera. Se preferisci, puoi utilizzare la mia procedura come spunto per creare la tua, in base al tuo genere musicale e alle tue esigenze o abitudini operative.
In questa prima fase, fissati un tempo massimo, per esempio due ore. Puoi procedere come segue.
1. Stabilisci la struttura del brano
Un buon inizio consiste nello schiarirsi le idee su come strutturare il brano: pensa, quindi, a che struttura utilizzare.
Tanto per fare un esempio, nella musica pop una struttura tipica è: intro, strofa, bridge, ritornello, strofa, bridge, ritornello, outro.
Pensa anche a come utilizzare la melodia creata all’inizio (secondo requisito, ricordi?), cioè se inserirla nelle strofe o nei ritornelli.
Ho scelto di strutturare il mio brano nel modo illustrato nel seguente video.
2. Pensa al ritmo delle percussioni
Se serve, puoi aiutarti ascoltando i loop forniti dalla tua workstation o il brano (o i brani) di riferimento.
3. Arrangia le percussioni e il basso
Per ognuna delle parti del brano fissate al punto 1:
a. Arrangia la linea di percussioni. Puoi scegliere se inserire uno dei loop forniti dalla tua DAW, creare una traccia da zero (utilizzando suoni campionati o sintetizzati) oppure assoldare un buon batterista e registrare la sua performance (in questo caso ti servirà più tempo, ma, probabilmente, ne varrebbe la pena).
Come puoi vedere nel seguente video, per l’arrangiamento della batteria ho utilizzato la Drum Machine “Boutique 78” di Logic Pro X.
b. Arrangia la linea di basso, tenendo sempre come riferimento il ritmo portante e la tonalità del brano.
Nel video successivo, puoi vedere come ho arrangiato il basso.
c. Riascolta e correggi finché non sarai soddisfatto (tenendo sempre in considerazione il fattore tempo: ricorda che ti eri fissato un tempo limite).
4. Aggiungi un nuovo strumento
Per ognuna delle parti del brano fissate al passo 1:
a. Valuta se è il caso di aggiungere un nuovo strumento e registralo, oppure, se opti per suoni campionati o sintetizzati, “editalo” al Piano Roll. Se registri una traccia al microfono (o dando in input uno strumento), è meglio registrarne due o più versioni, in modo tale da poter scegliere, poi, le take migliori.
Ho pensato di arricchire un po’ il suono utilizzando un arpeggiatore di Logic…
b. Riascolta e correggi finché non sarai soddisfatto (tenendo sempre in considerazione il fattore tempo). Se hai registrato da sorgente esterna, scegli le take che preferisci, tra quelle create al passo precedente. Puoi anche trovare il modo di combinarle insieme, per esempio disponendole in stereo.
Puoi ripetere questo passaggio più volte, per aggiungere tutti gli strumenti che ritieni opportuni.
Non ancora soddisfatto del risultato, ho deciso di rendere il brano più interessante sfruttando la potenza del Drummer di Logic Pro X…
Dulcis in fundo, ho aggiuto due tracce di chitarra, registrate al microfono. Nel seguente video, puoi vedere in che modo ho processato il segnale audio delle due tracce.
5. Controllo rapido volumi
Terminato l’arrangiamento, dovresti controllare che, in prima approssimazione, i suoni siano bilanciati e che il brano, complessivamente suoni in modo naturale.
Per aiutarti nel bilanciare i volumi, confronta il tuo brano con quello di riferimento scelto all’inizio.
Ti saranno molto utili anche alcuni plugin di monitoraggio e analisi del suono, come il Multimeter di Logic Pro X mostrato nel video precedente. Grazie a strumenti come questo, puoi monitorare il livello del suono su diverse bande di frequenza, capire, quindi, se in alcune bande vi sono delle carenze di energia spettrale, o dei picchi, e regolare di conseguenza.
È utile anche capire come il suono sia distribuito nello spazio, ma approfondiremo l’argomento in un post futuri in cui si parlerà, più specificatamente, di missaggio e mastering audio.
Missaggio e mastering sono obiettivi principali di fasi successive (di cui non parlerò in questo post), quindi, non spenderci troppo tempo.
6. Controllo “anti-monotonia”
A questo punto, dovresti assicurarti che il brano non suoni “monotono”. Per ognuna delle parti del brano:
a. Ascoltala attentamente, confrontandola con la rispettiva parte nel brano di riferimento, cercando di capire se è il caso di aggiungere o togliere strumenti. È importante che il suono sia ricco, ma allo stesso tempo bisogna evitare di renderelo troppo “affollato” di strumenti, perché altrimenti il rischio è che si coprano a vicenda e non si distinguano i loro suoni.
b. Assicurati che sia diversa da tutte le altre. Per esempio, in ogni strofa si può togliere o aggiungere uno strumento, in modo da diversificarla dalle altre strofe, pur mantenendo lo stesso giro di accordi e la stessa ritmica.
Fase 2: la più importante
Ce l’hai fatta? Grande!!
Adesso dovresti aver creato un brano ben strutturato e completo di tutte le cose essenziali.
La fase successiva è di vitale importanza, si chiama riposo.
Esatto, devi assolutamente far riposare il tuo orecchio, in modo da ricaricare le pile, perché adesso faresti fatica a trovare gli errori e capire cosa andrebbe sistemato.
Non occorre che ti vada a prenotare una vacanza, in realtà bastano pochi minuti o al massimo qualche ora.
Se, però, sono le tre di mattina e sei in piedi dalle sei della mattina precedente, allora sarebbe il caso di dormirci su. Valuta tu!
Fase 3: si riparte
Riposato? Bene, si riprende.
Adesso il tuo obiettivo è capire cosa andrebbe sistemato. E sistemarlo.
Concentrati prima sul contenuto delle tracce, cercando di individuare eventuali errori, e poi sul modo in cui sono state disposte sulla timeline, effettuando le modifiche che ritieni opportune.
A questo punto, un’altra cosa che devi fare è cercare di capire se il materiale registrato sia sufficiente.
Durante la fase 1 è stato effettuato un primo missaggio: ascoltare come i suoni leghino tra loro può essere di aiuto anche per capire se quanto registrato sia sufficiente a diversificare le varie parti del brano e rendere il suono ricco.
Inoltre, è importante che ciascuna parte del brano differisca da tutte le altre per uno o più aspetti, in modo da non rendere l’ascolto noioso o ripetitivo.
Infine, per concludere l’arrangiamento, puoi procedere in questo modo:
a. Riascolta tutto e annota su un foglio le modifiche che apporteresti in ogni parte del brano. Puoi sempre aiutarti ascoltando il solito brano di riferimento.
b. Applica le modifiche annotate. Può voler dire cambiare alcune note della sequenza MIDI di uno o più strumenti virtuali, oppure registrare nuove tracce audio da zero. Le modifiche possono riguardare anche la struttura del brano e, quindi, la disposizione delle tracce, oppure gli effetti.
c. Fai riposare l’orecchio per qualche minuto (o per qualche ora), riparti dal passo a e ripeti fino a che non sarai pienamente soddisfatto del risultato.
21 consigli per un buon arrangiamento
Per dare a questo post una marcia in più, ho pensato di riassumere in un elenco 21 consigli sull’arrangiamento da parte dei migliori influencer di Music Production del web.
Eccoli elencati:
1. impara dagli esperti, studiando attentamente le loro produzioni;
2. studia un po’ di teoria della musica, che male non fa;
3. sfida le aspettative: cerca di andare incontro a ciò che si aspetta il tuo target, ma provando, allo stesso tempo, a sperimentare qualcosa di diverso dal solito e inaspettato;
4. sperimenta, ma quel poco che basta: la musica troppo sperimentale può essere apprezzata da una nicchia, ma non è facile che finisca in mainstream (può richiedere del tempo abituare l’orecchio delle masse ad ascoltare musica parecchio insolita);
5. cerca di introdurre suoni “nuovi”, o che comunque non si sentono spesso, in modo da rendere il tuo brano più interessante;
6. spesso le parti vocali sono quelle più importanti: prova a creare l’intero arrangiamento in modo da mettere la voce principale a centro di tutto;
7. cura in modo particolare l’intro: gli ascoltatori tendono a giudicare fin dai primi secondi;
8. evita di rendere i ritornelli identici, ma differenziali, per esempio, per dinamica e interruzioni;
9. lavora molto sull’orecchiabilità: se il tuo obiettivo è creare una canzone catchy, cioè che risuona in testa per ore, devi curare parole e melodie in modo particolare, e cercare di utilizzare giri di accordi semplici;
10. se vuoi creare una canzone catchy, cerca di far cominciare la parte “forte” del brano (che tipicamente è il ritornello) il prima possibile, cioè entro i primi 30 secondi del brano;
11. evita generi musicali troppo alla moda, perché rischieresti di sembrare il plagio di qualcun altro; tra l’altro, una vera hit deve poter essere senza tempo;
12. molti arrangiatori partono dal pianoforte, perché offre un approccio visuale e permette di sperimentare armonie, melodie e ritmi in un modo che nessun altro strumento offre: se sai suonare il piano, approfittane quando arrangi un brano musicale;
13. carta e penna o piano roll, è importante cercare di ascoltare la mente e il cuore, prima di scrivere le note;
14. quando registri uno strumento, registrane più versioni, o take, in modo da poter scegliere quella migliore;
15. stratifica il suono per renderlo ricco e vario, ma attento a non esagerare: se aggiungi troppi strumenti, il rischio è che si coprano a vicenda, creando uno sgradevole effetto confusione;
16. prova a introdurre elementi umani, come battiti di mani, fischi oppure cori: si crea, in questo modo, un effetto psicologico che consente agli ascoltatori di connettersi con la musica ad un livello più profondo, più o meno conscio;
17. a volte i randomizzatori vengono in aiuto: se ne dovessi aver bisogno, prova a creare sequenze MIDI in modo automatico, per esempio utilizzando gli arpeggiatori;
18. cerca di non rendere la batteria eccessivamente monotona (è troppo facile copiare e incollare i loop dalla libreria dei suoni);
19. nella tua DAW, cambia i colori alle tracce: ti può semplificare la vita;
20. chiedi sempre pareri e consigli a terzi, in modo da vedere il tuo lavoro da più prospettive;
21. non arrenderti se il pezzo non ti convince: insisti fino a quando non sei soddisfatto del risultato.
Conclusioni
Ti ho descritto un possibile workflow per l’arrangiamento dei tuoi brani, mostrandoti un esempio concreto della sua applicazione, e ti ho riassunto 21 consigli sull’arrangiamento, tratti da alcuni tra i migliori articoli del web.
Ovviamente, non esistono regole standard e ciascun producer, con il trascorrere del tempo, sviluppa le proprie tecniche e il proprio modus operandi.
Ricorda che le cose veramente importanti per migliorare la proria musica sono due:
1. non smettere mai di esercitarsi;
2. fare tesoro di tutti i consigli che si ricevono.
Solo così si diventa dei veri campioni.
Se vuoi dire la tua, scrivi pure un commento, sarò felice di leggerlo!
A presto e buona musica,
Fabio